Il tema di Immagimondo 2023… e non solo!

Perché mangiamo sushi e pratichiamo l’hata-yoga? Come mai sentiamo musica pop coreana ordinando un hamburger che ci porta un fattorino pachistano in una casa arredata di mobili svedesi prodotti tra la Brianza e la Romania? Perché ogni domenica ci accaloriamo per uno sport inventato in Inghilterra, giocato da undici atleti da ogni parte del mondo che corrono dietro a un pallone di cuoio cucito in Bangladesh? E ancora, perché i nostri ragazzi quando escono da scuola mangiano più volentieri un kebab di un panino con la cotoletta, che forse è di Vienna o forse è milanese? E perché i piatti italiani per eccellenza, la pizza e la pasta al pomodoro, sono fatti di ingredienti che arrivano storicamente da tutto il mondo e poi qui hanno trovato casa tanto da diventare gli elementi identitari della cucina made in Italy?
Per 25 anni Immagimondo ha portato il mondo a Lecco, raccontando di Paesi lontani, spedizioni avventurose, ardite imprese in montagna e per mare, cammini e passeggiate, parlando di viaggi e viaggiatori. A partire da quest’anno continuerà a parlare di viaggi – perché viaggiare, vicino o lontano, è oggettivamente la cosa più bella del mondo – ma con una prospettiva differente.
La parola “viaggio” è un termine inclusivo che abbraccia tutto un ventaglio di pratiche e discorsi: tutti a un certo punto della loro vita hanno lasciato casa per andare da qualche altra parte. Alle volte sono rimasti, altre sono tornati, altre ancora si sono fermate in mezzo alla via, deviando dal percorso originario. Sia come sia, il movimento è connaturato alla natura umana, ma anche a quella degli animali e delle piante. Non solo, a viaggiare con le persone sono anche le idee, le materie prime, i prodotti, le musiche, le ricette, qualunque cosa. Immagimondo proverà a ragionare sul viaggio in modo ampio, senza steccati e senza frontiere: parlando di viaggio delle culture, dei cibi, degli animali, delle piante, degli oggetti e, ovviamente, delle persone.
Lo fa perché crede che l’incontro, frutto prediletto del viaggiare, sia alla radice di quella mescolanza continua che chiamiamo cultura. Quando è nato Immagimondo erano gli anni cui si stava affermando la globalizzazione, vista da alcuni come minaccia alle culture nazionali e da altri salutata come lo stadio finale dell’evoluzione umana. Oggi si è visto che con la globalizzazione non c’è stata né la fusione culturale mondiale che ha portato all’omogeneizzazione di massa, né la frammentazione in società intatte, impermeabili all’esterno, ancorate a un passato tradizionale immutabile. Le persone, come le culture, si sono adattate, hanno preso quel che gli faceva comodo e lo hanno reinterpretato, ibridandolo, rendendolo un prodotto nuovo. Nel flusso della vita qualcosa si perde e qualcosa si guadagna, sempre. I frutti puri impazziscono, diceva l’antropologo americano James Clifford, per cui parlare di purezza non ha senso alcuno, visto che la regola dell’evoluzione è la mescolanza, la contaminazione. Questo perché l’incontro delle culture crea un contatto che non solo cambia il vecchio, ma crea anche il nuovo. Un nuovo che piano piano si afferma, diventa tradizione prima di venire nuovamente contaminato e ibridato da un ulteriore nuovo arrivo, oppure da un viaggio che lo porta in terre lontane, dove diventa inaspettatamente di casa.
Esattamente quel che è successo un paio di secoli fa quando qualcuno ha adottato e piantato un pomo d’oro che arrivava dall’America Latina con le navi dei conquistadores, e poi qualcun altro lo ha mischiato con un latticino e un olio mediterraneo, su un impasto realizzato con una farina di provenienza mediorientale e in una città del Sud Italia ha creato una pizza dedicata a una regina piemontese, diventata simbolo di un Paese.
Immagimondo vuole raccontare queste storie, per diventare una finestra sul mondo, una finestra che allarga i confini del nostro sapere.