Caterina Zanirato: il Giappone, la bicicletta e la forza del viaggio

Caterina Zanirato è una giornalista, scrittrice e viaggiatrice originaria di Rovigo, con una carriera costruita tra carta stampata e sentieri sterrati. Dopo anni di collaborazioni con importanti testate nazionali ha dato forma a una nuova narrazione fatta di esperienze in prima persona, viaggi in bicicletta e un’attenzione speciale per l’enogastronomia e il turismo sostenibile.
Ha fondato il blog I Viaggi di Caterina, dove racconta percorsi autentici tra paesaggi e sapori rimanendo vicino alla sua città natale, pubblicando libri come Rovigo 3 gennaio 1982. Cronaca di una tragedia prevedibile e Il cuore sotto la maglia, un omaggio agli 80 anni di storia della Rugby Rovigo.
Tra le sue imprese più significative spicca il viaggio in bici sulla Nakasendo Road, una straordinaria avventura in solitaria lungo un’antica via giapponese risalente al periodo Edo.
Il frutto di quel viaggio è diventato il suo ultimo libro, Samurai Gravel, pubblicato da Ediciclo Editore. In queste pagine, Zanirato ripercorre i 600 chilometri che separano Tokyo da Kyoto lungo la Nakasendo Road, attraverso foreste, montagne e villaggi intatti nel tempo. È stata la prima donna straniera a compiere l’intero percorso in bicicletta, affrontando oltre 6.600 metri di dislivello tra sterrati e asfalto, temperature rigide e ostacoli inattesi — come la paura degli orsi o la barriera linguistica.
Ma Samurai Gravel è molto più di un resoconto sportivo. È un diario intimo e culturale, dove ogni tappa si chiude con un kanji — un ideogramma giapponese — che racchiude il significato simbolico della giornata: coraggio, armonia, silenzio, trasformazione. Attraverso questa chiave, il libro si fa ponte tra viaggio fisico e viaggio interiore, tra scoperta del mondo e scoperta di sé.
Siamo felici di accoglierla sabato 18 ottobre a Immagimondo 2025: sarà l’occasione per ascoltare la sua storia e lasciarsi ispirare da un racconto che intreccia fatica, bellezza, introspezione e cultura. L’incontro sarà un invito a pedalare, sì, ma anche a rallentare, osservare, ascoltare. Un modo per scoprire come un percorso antico possa ancora oggi insegnarci qualcosa di nuovo — su un Paese, ma anche su noi stessi.